Fare network può essere importante per sviluppare il proprio business: grazie al passaparola e allo scambio di referenze, gli affari possono decollare. Ecco come funziona il «Referral Marketing»

Fare rete, fare rete e fare rete. Negli ultimi anni sembra essere un mantra e ormai, bene o male, tutti sembrano essersene resi conto. Sì, creare un network funziona: migliora la collaborazione e allenta l’ansia da prestazione. Esistono gruppi che si incontrano, che si scambiano idee e competenze. Una grande organizzazione come BNI ha fatto per esempio del «Givers Gain» (chi dà riceve) la sua linea guida: i membri, professionisti e imprenditori, si incontrano ogni settimana per aiutarsi reciprocamente.   Non è un’azione benefica, dietro c’è comunque sempre un’idea di business: «I nostri membri che fanno networking in modo strutturato hanno scambiato 9,8 milioni di referenze che hanno generato un business di oltre 13 miliardi di euro. Si costruiscono relazioni professionali a lungo termine che si basano sui concetti di fiducia e reciprocità e che hanno come obiettivo l’aumento del giro di affari», spiega Paolo Mariola, direttore nazionale BNI Italia.

Ma si guadagna solo nel giro d’affari o si viene proprio pagati?

«I membri non guadagnano nulla dal passaggio della referenza a un collega. Il vero guadagno sta nell’opportunità che il collega cui si passa la referenza, non appena si presenterà l’occasione, troverà opportunità di business a sua volta per chi gli ha passato la referenza, contribuendo così a innescare un circolo virtuoso. Come ci si iscrive e che impegno è richiesto? «I membri pagano una quota annuale per partecipare a oltre 45 incontri di networking all’anno con altri imprenditori e professionisti, in un ambiente privo di concorrenza diretta (ricordiamo che una delle caratteristiche principali di BNI è che all’interno di ogni gruppo è ammesso un solo rappresentante per categoria professionale) e orientato alle relazioni professionali di qualità. La costruzione delle relazioni», precisa Paolo Mariola, «va oltre i 90 minuti dell’incontro: è un processo che per essere efficace richiede da parte dei membri impegno anche al di fuori dell’organizzazione e per questo, nella quota di iscrizione, è inclusa anche una formazione apposita per agevolare la costruzione delle relazioni». Lo chiamano anche «Referral Marketing», una sorta di marketing del passaparola: si amplia il business scambiandosi referenze, condividendo competenze.   Articolo di Vanity Fair https://www.vanityfair.it/mybusiness/network/2018/09/18/givers-gain-dare-ricevere-bni-referral-marketing-fare-network   Lo studio La DE.sign è PROUD MEMBER BNI del Capitolo Valsassina e Capitolo Manzoni di Lecco

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